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Che cos'è lo shiatsu?
Si dice sia un massaggio, una medicina alternativa, una moda culturale
orientalistica
Ma nessuna di queste definizione sa coglierne l'essenza;
o almeno sono definizioni vaghe; tanto vaghe, quanto lo sono sempre
queste mode.
Lo Shiatsu è una disciplina che deriva dalla scienza millenaria
dell'agopuntura, e dunque della Medicina Tradizionale Cinese.
Shia significa 'pressione', e tsu 'pollice'.
Dal punto di vista tecnico, lo shiatsu usa la pressione dei pollici
(pressione che si può anche esercitare coi palmi delle mani,
coi gomiti e con le ginocchia) su diversi punti del corpo. Dal punto
di vista della disciplina, più in generale, abbraccia una vasta
conoscenza che va dalla medicina erboristica alla meditazione, dallo
Yoga alle scienze dell'alimentazione.
Il corpo per gli orientali è un concentrato di energia: la manifestazione
'meravigliosa' delle energie vitali, raffigurate da Meridiani che ne
rappresentano l'essenza.
Lavorare sul riequilibrio di queste energie costituisce lo scopo di
questa disciplina.
Lo shiatsu, a partire dalla Medicina Tradizionale Cinese, considera
la fisiologia nella sua manifestazione di salute, e mira mantenerne
l'equilibrio. La malattia è disequilibrio delle energie corporee.
Lo shiatsu aiuta a prevenire il disequilibrio, e in situazione di disequilibrio
energetico può aiutare il corpo sul cammino della guarigione
- e tuttavia non è sul concetto di cura che si fonda questa disciplina;
semmai è sul 'prendersi cura' che si concentra. Prendersi cura
dell'altro, saperlo ascoltare, capirlo: farsene carico.
Perciò non può essere considerato semplicemente un massaggio;
non può essere considerata una 'medicina alternativa', poiché
non è alternativa a niente. Deve, invece, essere considerata
una disciplina orientale, semplicemente, a mani nude.
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Note per un corso introduttivo
allo Shiatsu:
(a
cura di Bruno Venturi)
Da oltre dieci anni opero nel teatro in qualità d'attore e regista,
ma soprattutto nel campo della pedagogia teatrale tra Emilia Romagna
e Sardegna, terra, quest'ultima, dove vivo, e dove ho condotto circa
200 laboratori, con bambini, adolescenti, ragazzi, adulti e anziani.
Vengo da un'ormai antica laurea D.A.M.S., dove ho appreso a considerare
il teatro in termini di 'disciplina': 'Discipline dello Spettacolo'
si chiamava il mio corso di laurea, e fin dai primi momenti ho considerato
questa tecnica d'indagine come fondamento della mia passione: cos'è
che dà 'teatro'? dove si può dare teatro?
Per tentare di capire questo ho studiato molto. Ho provato, sperimentato
Tutto un lavoro condotto tra il 'tavolo' e il 'campo', tra libri, centinaia
di film, musica, e la pratica che mi veniva coi bambini, i ragazzi,
e tutta la gente che ho incontrato lungo il mio ricercare.
Lungo il corso di questa sperimentazione, pur operando contemporaneamente
nel teatro istituzionale - spettacoli, circuiti, festivals- sentivo
sempre più forte la necessità del teatro nascere fuori
da quel mondo, e a quel mondo semmai guardare, in un gioco seduttivo
fatto di continui rimandi.
In Sardegna ho visto il teatro rinascere dalla terra: tra la gente,
tra i così detti non-attori.
Erano semplicemente esperienze di pedagogia, di didattica; sperimentazioni
culturali, ricerca di una definizione delle possibilità del teatro
- ma del teatro sulla gente.
Per dieci anni ho sperimentato la gioia. Poi ho parlato da pari a pari
a ragazzi, bambini: insieme abbiamo fatto cultura -quando c'è
riuscito- e creato legami, socialità. In fondo cos'altro è
la cultura?
Per questo la possibilità di organizzare e partecipare a un
corso di shiatsu, tre anni fa, mi è sembrata ipotesi per un accrescimento
più che utile. Avevamo due Maestri della Scuola Ho Sha Do (Susanna
Vicenzetto e Franco Pasi) di Bergamo -che a loro volta venivano da una
grande esperienza teatrale- dei compagni disposti ad affrontare l'esperienza,
e di nuovo la possibilità di rimettersi a studiare, lavorare,
elaborare. Perché questo?
Mi interessava approfondire i diversi aspetti della comunicazione non-verbale:
andare oltre il gesto; sfruttarne l'ulteriore precisione; imparare a
prendersi cura di sé, del compagno, dell'altro senza distinzione.
Tre anni di studio. Uno studio molto morbido. Nel giugno 2002 ho conseguito
il diploma di 'operatore shiatsu' -diploma riconosciuto dall'Accademia
Italiana di Shiatsu.
Da lì, con altri operatori abbiamo dato vita all'Associazione
Su Shia-Tsu¸ gruppo che studia la Medicina Tradizionale Cinese,
esegue trattamenti, organizza stage di approfondimento, e comunque mira
a promuovere la pratica di questa disciplina.
Lo studio dello shiatsu mi è valso a capire che può esistere
un'esperienza diversa dal teatro che può mettere due o più
individui in una relazione fisica e mentale diversa e superiore a quella
sportiva o teatrale.
Perciò, pur continuando a fare il mio lavoro, vado sempre più
integrando l'esperienza di laboratorio teatrale con le tecniche che
dallo shiatsu -e soprattutto dai suoi esercizi preparatori- ci derivano.
D'altronde anche lo shiatsu è un'arte.
La proposta
Tenendo conto del lavoro svolto dal Teatro del Montevaso, mi è
sembrato interessante partire dal presupposto dell'arte.
Lavorare sul corpo, sulla relazione corporea, sulla fiducia nell'altro.
'Prendersi cura', ciascuno dell'altro, avere fiducia.
Tre giorni di lavoro non intensivo, ma 'distensivo', alternando esercizi
teatrali a esercizi di avvicinamento allo shiatsu.
A seguire, poi, si potrà affrontare lo shiatsu nella sua totalità,
fatta di tante parzialità, di tanti avvicinamenti. Diversamente
resterà una breve esperienza di poesia, teatro, musica e corpo.
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