La Nuova Complesso Camerata
Pàssanta
da Po cantu Biddanoa
di Benvenuto Lobina
di e con
Oreste Braghieri, Angela Carta, Alberto Congiu, Federica Corda, Giuseppe Esposto,
Caterina Ghidini, Riccardo Manfredi, Michela Marongiu, Savino Paparella, Francesca Piras, Francesca Pompeo, Bruno Venturi, Domenico Vinci.
Regia, scene, luci e costumi:
La nuova Complesso Camerata
Produzione:
La nuova Complesso Camerata
in collaborazione con Orti di plastica e La fabbrica dell’attore-Teatro Vascello
Anteprima:
Spina 04. Tre giorni d’azione visiva e teatrale, Comacchio
24.25 Settembre ‘04
Chi è Lobina?
E’ un grande poeta sardo. Nato a Biddanoa (Villanova Tulo) nei primi anni del secolo scorso, aderì al movimento futurista cagliaritano; riapparve poi negli anni ’50 su diverse riviste regionali con poesie sparse.
Nel 1974 pubblicò Terra, disisperada terra, in cui raccolse le sue poesie: nel panorama sardo ebbero subito un grande successo. Di lui si accorse con grande amicizia anche Biagio Marin.
Nel frattempo lavorava nell’Amministrazione Postale di Sassari, com’è successo a tanti.
Nel 1987 pubblicò il suo Po cantu Biddanoa con una casa editrice di provincia, la 2D Editrice Mediterranea, che diede al libro una veste di colore locale: due volumi, copertina fotografica… Tuttavia il libro ebbe un importante successo, nel senso che quei pochi che lo leggevano ne parlavano come di un capolavoro altissimo.
Nel 1991 la maggior parte delle sue poesie vengono raccolte in Is canzonis (Edizioni Della Torre, Cagliari). Nel ’93 Lobina se n’è andato, col libro esaurito e disseminato nelle tante biblioteche del Sarcidano.
Lì, ai confini con la Barbagia, sta Biddanoa.
Po cantu Biddanoa è scritto in due lingue: è scritto in sardo e riscritto in italiano.
Po cantu Biddanoa è il Novecento (di Bertolucci) sardo: è una storia che va dalla fine della prima guerra mondiale al tracollo fascista, e racconta dalla prospettiva di un paesino sardo perduto, quella storia italica. Per questo suo carattere è dedicato soprattutto ai non-sardi, e a chi, credendo di conoscere la Sardegna, non la conosce.
Tredici attori in scena, dall’inizio alla fine -sette sono attori professionisti de La nuova Complesso Camerata e sei sono allievi-attori con alle spalle diverse esperienze laboratoriali, oltre ad essere parlanti locali. Il pubblico è attorno: gli si racconta -per la prima volta in teatro- tutta la storia, con momenti coreografici, con alcune musiche mirate, ma soprattutto con la volontà di giungere ad un effetto epico, di romanzo storico, che il gruppo insegue da tempo (il suo Verdi, primo accesso in quella direzione, è al suo decimo anno)
Lo spettacolo sarà gestito in tre lingue -italiano, sardo, e momenti di friulano- senza ovviamente perdere in comprensione della vicenda.
L’uso dell’italiano sarà preponderante, perché la Storia ha voluto così, ma parlando la lingua della Storia, si racconta un’altra storia.
Ecco allora una storia raccontata non dal basso, ma da dietro.
Ecco il didietro di una storia.
Po cantu biddanoa fessit una bidda sonnigosa, preizzosa, senza ‘e nisciuna gana de si ponni a su paris cun is ataras biddas, Biddanoa fut in Sardinnia, e sa Sardinnia, si praxiat o no, est in Italia. Po custu de totu su chi suzediat in Italia calincunu striddicu ‘ndi lompìat a Biddanoa puru.
(Per quanto Biddanoa fosse un paese sonnacchioso, pigro, senza alcuna voglia di mettersi al passo con gli altri paesi, Biddanoa era in Sardegna, e la Sardegna, ci piaccia o no, è in Italia. Per questo di tutto ciò che accadeva in Italia qualche schizzo arrivava anche a Biddanoa)
Pàssanta vuol dire ‘passano’: nessuno avrà il tempo d’ascoltarli.
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